Tordo
Il MARAVIZZO. Ritorna sicuramente alla memoria dei meno giovani questo termine delicato per la sua piacevole sonorità. Il MARAVIZZO è il simpatico TORDO o Labrus bergylta come lo chiamò Linneo, oggetto di una caccia spietata in passato per le sue carni morbidissime.
Di tordi ne esiste una vasta gamma, ma il MARAVIZZO in particolare é noto per l'ingordigia tanto che gli antichi lo identificavano meglio con l'espressione MALUM VITIS che col termine proprio di TURDUS. Era infatti temuto dei viticultori più che le malattie fungine, gli insetti fitofagi, i ragnetti rossi, la muffa grigia, la peronospera, la tignola, la cicalina e quant’altro. Il tordo era semplicemente il MALUM VITIS, il MALE DELLA VITE per eccellenza perché ghiotto irriducibile dei chicchi maturi dei grappoli d'uva.
Da MALUM VITIS e dallo spagnolismo MALVIZ, che ne è la storpiatura, giunge a noi il termine MARAVIZZO. Secondo alcuni esso deriverebbe invece dal francese MAUVIETTE che a sua volta è mutuato dal celtico MELVEUZ. Ma, ad onor del vero, il MELVEUZ è l’ALLODOLA che nulla ha a che fare con il tordo.
Gli antichi erano così ghiotti di tordi che il coltissimo Gaio Cilnio Mecenate, protettore di artisti e consigliere di Augusto, con essi aveva organizzato un proficuo e ben articolato commercio. Acquistava questi uccelli a poco prezzo nelle campagne toscane e li rivendeva a prezzo elevatissimi nei mercati dell’Urbe dove erano molto ricercati dai golosissimi Romani.
In molte città toscane si organizzavano sagre del tordo fino a non molto tempo fa e forse ancora ai nostri giorni. E’ certo che fra le località Montalcino era famosa, ancor più che per il celeberrimo Brunello, per le tavolate di tordi preparati in modi diversi. Con molta probabilità la tradizione di queste sagre è così antica che potrebbe risalire agli stessi etruschi, antenati di Mecenate, che dei tordi erano grandi consumatori e commercianti.
a cura di Vittorio Russo
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