Il sentiero dell’arte: dalla Riserva dei Variconi a quella di Caricchiano

Mercoledì 3 Marzo abbiamo accompagnato Francesco Capasso, artista casertano, nel suo viaggio dalla Riserva dei Variconi qui a Castel Volturno a quella di Caricchiano a Cancello ed Arnone.

Solo qualche giorno prima siamo stati contattati da Maria Giovanna Abbate, studentessa a Firenze, ma originaria di Cancello ed Arnone, che ci racconta di un suo progetto lungo 10 km del fiume Volturno che unisce le due Riserve. “Qualunque ricerca facciamo in internet sui Variconi – dice Maria Giovanna – ci riporta sempre alla vostra Associazione, per cui vorremo coinvolgere anche voi”

Così mercoledì Francesco Capasso per inaugurare simbolicamente il percorso ha indossato una scultura e insieme a noi, a Maria Giovanna Abate, al fotografo Salvatore Di Vilio e a Luigi Pingitore, scrittore e regista napoletano ha iniziato questa avventura.

 

Il percorso è iniziato dalla spiaggetta dei Variconi, alla sinistra del fiume Volturno, dove con una imbarcazione Francesco è stato condotto alla destra del fiume per proseguire a piedi fino all’Oasi di Caricchiano. Questa è stata solo la prima di una serie di attività che si svolgeranno  lungo le rive del fiume e che coinvolgeranno più persone.

Convinto da sempre, - ci racconta Francesco - anche nell’incostanza dell’agire, della mia responsabilità poetica nei confronti del mondo, ho inteso l’arte non come interesse ma necessità di cercare la giustizia in quanto valore assoluto e parte di una più generale ricerca del bene. È necessario nutrirsi di un ideale etico ed estetico, in equilibrio inseparabile nella costruzione di uno spazio comune, senza negare le individualità, sempre attenti a salvaguardare ambiti creativi e capacità soggettive.

Nel 2004, sono stato tra i fondatori del Gruppo Underworld, in un’epoca dove gli artisti tendono a lavorare da soli, abbiamo seguito una strategia diversa, piuttosto ecclettica e dinamica, scegliendo di accostarci, di unirci, sostenerci reciprocamente.

Ad accomunarci il desiderio di sperimentare modalità espressive e linguaggi (pittura e scultura, fotografia e installazione) con l’intento di elaborare uno stile fortemente concreto, ancorato alla dimensione del presente, per rivelare porzioni di mondo, intrecciando fedeltà documentaria e trasfigurazione poetica. Dal 2004 al 2006 intraprendo un lungo vagabondaggio, seguendo l’itinerario segnato da una strada a scorrimento veloce, l’Asse Mediano, perdendomi nelle sue deviazioni e nei suoi intrecci, in compagnia di scrittori, di critici, di artisti, di architetti, di urbanisti.

NapoliAssediata, la video installazione che ne scaturì, nasceva dall’azione primitiva del camminare, dal semplice gesto di muoversi nello spazio naturale, per provare a vedere e a sentire, con gli occhi dell’immaginazione, oltre l’anestetizzazione del reale.

Il presente progetto artistico nasce dalla ritrovata necessità di ripercorrere modalità espressive che non ho mai abbandonato, così, percorrere una strada, l’Asse Mediano o seguire il corso di un fiume, il Volturno, hanno la stessa funzione poetica e politica.

L’atto del camminare diventa letteralmente funzionale alla scultura come percorso di conoscenza che avanza e sviluppa l’idea stessa di scultura come pratica tautologica concettuale, espresso in un cammino iniziatico e conoscitivo, vero e simbolico. Camminare come per vedere meglio, per non perdersi ma nello stesso momento, per non riconoscere i luoghi soliti o per abitare i luoghi noti come per la prima volta. Questo lavoro nasce da un’esigenza primordiale, istintuale, di immaginare prima e provare poi, di cercare il paradiso nell’inferno invisibile della modernità.

Un tentativo disperato di esplorare un luogo fisico e non mentale, una porzione di territorio sommerso dal paesaggio circostante, un post-mondo, dentro quella periferia totale che si estende a nord di Napoli, una no man’s land da Caserta fino al mare, seguendo il corso del fiume Volturno. Risalire con una scultura-abitacolo, il fiume Volturno controcorrente, passando da una sponda all’altra, attraversando un percorso di 10 km che collega due Oasi, quella dei Variconi, punto di partenza, per arrivare a quella di Caricchiano di Cancello ed