Il Mattino: Orto Sociale Federico Del Prete

ORTO SOCIALE FEDERICO DEL PRETE

(art. pubb. su IL MATTINO il 75.18). Vincenzo Ammaliato.

Come recuperare aree degradate e occupate abusivamente senza avere grosse risorse? Magari sviluppando un progetto di orto sociale. Questa l’idea dell’associazione ambientalista Le Sentinelle, appena concretizzata con l’assegnazione gratuita di 16 lotti di terra ad altrettanti singoli e semplici cittadini che ne hanno fatto richiesta.

Unico onere per gli assegnatari, la cura e la manutenzione del bene; i prodotti che se ne ricaveranno, poi, saranno utilizzati esclusivamente secondo le proprie esigenze. Peraltro, le richieste ottenute dall’associazione presieduta da Paola Castelli sono state ben superiori all’offerta e si è dovuto procedere al sorteggio per decidere chi gestirà i lotti del primo orto sociale della Domiziana, intitolato all’eroe mite anticamorra Federico del Prete.

il Mattino - Orto sociale

E’ stato il sindaco Dimitri Russo a estrarre i numeri assegnati ai sedici fortunati, nel corso della cerimonia inaugurale del bene. Oltre alla consegna ufficiale, gli assegnatari hanno ottenuto anche alcune piante di pomodori, melenzane, peperoni e zucchine da poter mettere a dimora, consigliate da un agronomo che offrirà la sua consulenza per un utilizzo ottimale dell’orto. Ovviamente, saranno gli assegnatari, poi, a decidere autonomamente come gestire il proprio lotto di terra.

Il progetto de Le Sentinelle è stato finanziato grazie all’aggiudicazione nel 2016 di un relativo bando di microprogettazione di Assovoce. Il Comune sposò da subito l’idea, mettendo a disposizione un’area di 500 metri quadri nella località di Scatozza (ogni assegnatario ha ottenuto una superfice di 30 metri quadri).

Peraltro il bene, come accade per gran parte delle aree demaniali della zona, era in parte diventato una discarica abusiva, in parte occupato abusivamente. E gli occupanti, appena venuti a conoscenza del progetto di le Sentinelle, hanno anche provato a difendere diritti di proprietà o di utilizzo inesistenti su quello che è un bene a uso civico.

Per fortuna ha prevalso la legalità, e la perseveranza dei volontari del gruppo di Paola Castelli è stata premiata col recupero di quella che solo all’apparenza è una piccola area di Castel Volturno, ma che invece grazie al valore simbolico dell’iniziativa, diventa imponente. Non a caso, dal sito internet del gruppo ambientalista si legge: “Il nostro intento non è quello di avviare un solo orto sociale, ma almeno dieci, se non addirittura cento”. E se degrado chiama degrado, recupero non può che fare altrettanto e generare nuovo recupero.