Appello del Consorzio di bonifica del Volturno:" Impianti idrovori non funzionanti."

Sono sei le strutture idrovore nella fascia costiera da Pozzuoli a Mondragone. Impianti fermi, pericolo allagamenti.

Impianti idrovori malfunzionanti in buona parte del territorio campano, con il concreto pericolo dell'allagamento nei territori che coprono la fascia costiera da Pozzuoli a Mondragone. Un allarme questo, lanciato dall'ente che si deve occupare di queste problematiche, con interventi necessari rivolti a prevenire pericoli di tale portata: il Consorzio generale di bonifica del Volturno, oramai calatosi in una forte crisi economica.



Da circa undici mese il personale non percepisce i salari; per tale motivo i vari operai ed impiegati hanno comunicato la loro protesta e ribellione all' assenza di stipendio, attraverso l'astensione dal lavoro, per sollecitare un pronto intervento della Regione Campania, la quale deve inventarsi una repentina soluzione. Scrive il Consorzio a riguardo:" La profonda crisi economica che sta attraversando l'ente, compromette l'attività di prosciugamento del territorio, svolta dagli impianti idrovori che sollevano 95 milioni di metri cubi di acqua piovana ogni anno". Crisi causata anche dal mancato pagamento della Regione Campania verso Il Consorzio di circa sei milioni di euro.

Ma cosa sono gli impianti idrovori? Cerchiamo di capirne un po di più. Dunque, si tratta di impianti meccanici, utilizzati per il sollevamento di grandi masse d'acqua nelle operazioni di bonifiche, per liberare il terreno dalle acque stagnanti; operazioni che in passato si eseguivano con ruote e pale, a secchi, con pompe a stanfuffo, mentre adesso con centrifughe e pompe ad elica. Le bonifiche generalmente si limitano inizialmente a quei terreni che possono essere risanati, facendo scolare le acque in canali emissari. Successivamente si ricorre al prosciugamento sollevando le acque con mezzi meccanici, ovvero le macchine idrovore, ed a volte, nelle operazioni di bonifica integrale, si provvede pure ad opere di irrigazione.

Il Consorzio opera su una zona che si estende per circa 190mila ettari di terreno, con una rete di oltre 1600 chilometri, che ha bisogno di personale  e di soldi per essere funzionante. La situazione economica è indubbiamente preoccupante; nessuno è disponibile a finanziare il tutto, per consentire la regolare attività e non compromettere nulla. Al momento i conti correnti sui quali opera il Consorzio sono stati bloccati da parte delle ditte creditrici. La carenza di liquidità impedisce l'acquisizione di materiali utili per la manutenzione degli impianti di regolazione idraulica della rete di bonifica: si tratterebbe di una spesa di circa tre milioni di euro, a cui dovrebbero contribuire anche i Comuni interessati alle bonifiche.

Senza un sostegno concreto della Regione, diventa davvero difficile la regolare attività degli impianti di depurazione e di sollevamento delle acque, che necessitano continuamente di materiali di ricambio "funzionanti". Ulteriore danno ad una situazione già compromessa, sono stati i furti degli ultimi mesi, che hanno interessato le strutture del Consorzio: ad esempio, lo scorso anno, negli impianti di Mazzafarro,a Mondragone, sono stati rubati dei cavi di rame, che hanno portato alla chiusura della struttura. Analoghi episodi anche nella zona di Lago Patria, con conseguente difficoltà di gestire anche modeste precipitazioni e quantità d'acqua.

Per adesso l'allarme riguarda  solamente gli allagamenti, ma con il sopraggiungere della stagione balneare, il mancato funzionamento del sistema, e la crisi economica che ogni giorno si acuisce sempre più, rischiano di arrecare ulteriori danni nel progetto di depurazione delle acque, compromettendo quindi la qualità delle acque, ed incidendo negativamente sulle attività turistico-balneari.